giovedì 27 aprile 2023

Impara l'arte e mettila in...Bocca!




 Italia, paese di artisti… 

"Impara l’arte e mettila in bocca!"

 

Sono rimasta a dir poco sconvolta quando ho sentito telefonicamente il dott. Di Gennaro di Milano bofonchiare le seguenti parole: “La gnatologia non è una scienza, è un’arte”. (Riflessione: di  questo passo non si sconfinerà nell'esoterismo??!). Da designer diplomata, posso capire che la società odierna sia tutta infarcita della moda di abusare di questa parola: ad esempio, i fiorai si chiamano floral designers, i dentisti oral designers e così via… 

Ciò che, tuttavia, mi spaventa è che la stessa creatività smisurata che vedrete in questa carrellata fotografica, apoteosi di uso improprio di oggetti, venga permesso ai pazienti da Dottori come il Di Gennaro, senza la firma di un consenso informato o l’adozione di un codice etico che prevede di accordare solo interventi conservativi e reversibili. 

Tra parentesi, il codice etico che il Di Gennaro conosce bene, non è poi saltato fuori dopo mesi di attesa… Quest’ultimo, come tutti gli altri esponenti della relativa branca medica, non sa che il distretto corporeo che ha studiato e di cui si occupa professionalmente permette vere e proprie operazioni senza ritorno (dalle prospettive irreversibili) “in autonomia totale” e che ciò merita, quindi, la firma di un consenso informato “preventivo”? Il Gruppo di studio di cui fa parte il Dottore milanese è decisamente fuori legge, come pure il prof. Nardini, solone italico dell’articolazione temporo-mandibolare, che non avvisa i pazienti di poter effettuare interventi molto invasivi in modalità non cruenta e autogestita. 

Una discotomia bilaterale senza l’asportazione del materiale va poi diagnosticata, tra l’altro! Per fortuna che la simulazione in grafica 3D mostra già un uso aleatorio di oggetto applicato alla patologia closed lock mandibolare. Peccato, però, che a presentare (e finanziare) l’animazione non sia un team combinato di designers e Medici, ma solo di designers (uno studio di Milano e il paziente-cavia)! Per la maschera subacquea riadattata a dispositivo per l’ossigenoterapia durante l’emergenza pandemica, altro eclatante uso aleatorio di oggetti, le cose sono andate diversamente… 

Medici che intrattengono i telespettatori su Youtube con tappi di sughero, mollette da bucato in bocca, anche le poesie in rima non mancano...

https://youtu.be/ga_Jsik6MRM 

Dovrebbero rispondere in caso di lesioni, in termini di responsabilità... L’Università cosa dice al riguardo?! Ad esempio il Dott. M.Giacomello, studio dentistico a Caponago (MI) e una prestigiosa cattedra alla Bicocca, è un fiero paladino dei “Medici senza frontiere” nell’uso improprio di oggetti: infatti caldeggia l’impiego di dispositivi non protocollati da remoto e poi, dopo una discotomia casereccia del paziente che ha seguito il suo consiglio, lo lascia da solo, in balìa della sua scoperta, alla ricerca di tamponare l'emergenza di essere in un diagnostico limbo e relativo follow-up che, per legge, è previsto! 

Ci vorrebbe un prodotto assicurativo per tutelare quegli avventurieri che, affetti da fragilità psicologiche (magari diagnosticate), si sentono legittimati ad agire in modo “schizzofrenico”, scomodando l’uso aleatorio di oggetti. 

ATTENZIONE, i chirurghi maxillo-facciali, invece di fare firmare un consenso informato preventivo, in casi di presunto (o acclarato) lock (l’evoluzione della patologia, è da tenere presente, è temporalmente soggettiva; in anchilosi dell’atm possono finire anche i minorenni!), fanno accomodare i pazienti in psichiatria. Altro che psichiatria, qui si tratta di abuso di professione medica (cfr. diagnosi dott.ssa A. Fasciolo da esempio generico per indicare questa prassi vergognosa) visto che i pazienti, non eruditi a dovere dal personale medico, magari uscito dalle Università con 110 e lode e tutto intento a organizzare meeting di approfondimento “a porte chiuse”, si ritrovano nella concreta possibilità di escogitare modi creativi per sottoporsi a interventi come la discotomia bilaterale (senza l’asportazione dei menischi), senza scomodare la sala operatoria! 

L’uso improprio (o aleatorio) di un prodotto (ad esempio della maschera da sub in emergenza pandemica) sarà regolamentato almeno in medicina?! Cosa pensano gli Avvocati, i Medici Legali o i Notai in merito? 

Se un paziente scopre che un oggetto disponibile in commercio può essere usato per un utilizzo medicale e lo sperimenta su di sé potrebbe trovarsi nella posizione di chiedere un risarcimento, ad esempio per perdita di chance se dopo averlo usato non sarà più possibile aderire da parte del medesimo all’iter previsto dai protocolli vigenti per una patologia ben definita in letteratura medica.

Chi avrebbe dovuto mettere in atto misure preventive e relativi protocolli per scongiurare delle scoperte ad opera di comuni pazienti? Ad esempio, un Gruppo di Studio come quello del Dottore milanese che non pensa nemmeno lontanamente di cagionare con il suo modus operandi (l’operazione viene però effettuata dal paziente designer!) lesioni colpose: però non avvisa “che il fuoco brucia”, quindi non fornisce un’informativa completa al paziente, come la legge (22 dicembre 2017, n.219) prevede…! In questo modo, Dottori in medicina che intraprendono un percorso di studio possono ponderare PRIMA di laurearsi che certi oggetti (che vengono usati in modo improprio per disperazione e non per creatività come l’artista Claudia Zancan* la quale, come molti suoi colleghi, in primis i laboratori didattici Lastrego-Testa, insegnano addirittura la loro arte ai bambini, di certo incapaci di distinguere i due piani di “lavoro”…), anche se usati in modalità NON CRUENTA, non perdonano come la ghigliottina!

Diagnosi priva di protocollo preventivo


(*galleria fotografica disponibile su Pagina FB "Miniature di Claudia", locandina sotto o al sottostante link:)

https://drive.google.com/file/d/1P_HtLWimA_GH_uzHgY0JVt2hAlFksmbi/view?usp=drivesdk


Il videoframmento sottostante palesa (con la voce di un Medico del settore) come i pazienti NON vengano avvertiti in caso di locking cronico sulla concreta fattibilità di uno sblocco in autogestione e l'Omceo non sensibilizza l'argomento ai Dentisti, nemmeno agli odontoiatri pediatrici che fanno firmare i moduli di consenso informato ai genitori dei loro piccoli pazienti... Ignari di cio' che potrebbe provocare l'uso improprio di un oggetto di loro facile accesso...